LA FINE DELL'ESTATE
Inviato: 03 set 2013, 16:38
Siamo alla fine dell'estate, anche se settembre puo' regalarci ancora un po' di giorni di caldo. Con il cambiamento che ha avuto la Terra in questi ultimi anni, non riusciamo piu' a riconoscere l'inizio e la fine delle stagioni.
Voglio lasciarvi un ricordo di fine estate di tanti anni fa. Devo andare cosi' indietro nel tempo che i piccoli dettagli saranno un po' sfocati. Ma impresso nella memoria, ancora vivida, quella fantastica sera di fine agosto, quando andai all'ultima Sagra di Paese con mio nonno.
Avevo circa dieci anni. Mio nonno, come tutti i miei zii, zie e cugini vari, abitava a Melegnano. Ero arrivata alla domenica mattina con mia mamma. Saremmo ripartite il lunedi'.
Dopo pranzo mio nonno Giovanni mi accompagno' subito in Piazza dove c'erano le giostre. Lui non stava li' a controllarmi. Mi dava la mancia e mi lasciava sola con le mie amiche a divertirci.
Una volta si poteva stare in giro da sole a dieci anni!
Era l'ultimo giorno, l'ultima Sagra di fine estate, l'ultimo giorno di vendita dei gelati. La nostra giostra preferita era "Il Castello Stregato". Ci si sedeva su dei vagoncini a quattro posti, due davanti e due dietro. e quando il giostraio tirava la leva.
Il trenino entrava in un tunnel al buio e si iniziava a gridare subito. L'unico brivido erano dei fili (di lana) che ci sfioravano il viso. Urlavamo come pazze. Le coppiette approfittavano per stringersi. A volte capitava che quando arrivavano all'uscita alcuni si stavano ancora baciando. La gente fuori moriva dal ridere, aspettavano solo quello!
Poi passavamo all'autoscontro, al calcinculo, alla giostra dei cavalli che si alzavano e si abbassavano, erano bellissimi. Ed infine alle gabbie. Quest'ultima giostra era una gabbia dove si entrava in diverse persone e funzionava come un'altalena. Dopo la prima spinta iniziale dell'eddetto, bisognava spingere per andare in alto. Ci appoggioavamo ad una sbarra e con la forza delle gambe cercavamo di far salire piu' in alto possibile la gabbia. Le ragazze che indossavano le gonne larghe, nella salita la gonna si sollevava mettendo in mostra le mutandine. Le ragazze facevano apposta a mettersi le gonne a ruota! I ragazzi facevano apposta stare sotto a guardare!
Alla sera dopo cena passavamo nell'altra Piazza dove c'erano le bancarelle. L'immancabile baracchino dello zucchero filato. Allora era solo bianco. Il venditore di castagne detti "fironi".
Erano ghirlande lunghe circa mezzo metro di castangne cotte affumicate, infilzate in una cordicella. Li portava sulla spalla e gridava "Fironi....fironi....". A me piacevano tantissimo. Avevano un sapore particolare.
Mio nonno mi comperava tutto quello che volevo. Il carrettino dei gelati aveva solo tre gusti: panna, cioccolato e limone. Il gelato veniva preso con la paletta, poi messo in un contenitore di metallo rettangolare, dove sotto prima aveva appoggiato una cialda e per chiudere una cialda sopra. Era come i gelati che ora hanno il biscotto. Ma quello vi giuro era una bonta' .
Il banco dei dolci era il piu' affollato. Dopo aver girato tutte le bancarelle e aver assaggiato di tutto, ci fermavano nel centro della Piazza per vedere il tanto atteso spettacolo del Palo della Cuccagna.
Era altissimo, il cima c'erano appesi diversi salami e uno cosi' grosso... non so di quanti chili. I primi ragazzi che provavano naturalmente scivolavano giu' subito. Quando qualcuno tentava la salita nella Piazza c'era un silenzio incredibile. Poi se per caso uno riusciva a salire di qualche pezzo allora iniziava l'incitamento generale.
Verso la fine della serata, quando ormai il palo aveva perso un po' del grasso con cui era stato unto, un ragzzzo riusci' ad arrivare quasi in cima. Man mano che saliva, fra le urla della gente che lo incitava, i suoi pantaloni si slacciariono e ad ogni movimento scesero fino a far vedere un pezzo di mutande.
Non si vedeva nessun marchio...nessun Dolce & Gabbana...nessun Calvin Klein, solo delle normali mutande bianche! Le urla aumentavano "Dai che ce la fai!!!". Con un'ultimo e faticoso stratto arrivo' in cima....e i pantaloni calarono fino al ginocchio!
La folla sembrava impazzita! un boato di risate e di applausi. Niente cellulari ad immortalare la scena! Ma il tam-tam di paese viaggio' per giorni e giorni...."Hai saputo? Il Luigi, sai il figlio del mugnaio....e' riuscito a salire sul Palo della Cuccagna...si, ha vinto il salame....con le braghe calate ahaahh". Per una sera è stato famoso.
"Andiamo e' tardi" disse mio nonno. Mi girai per l'ultima volta a guardare le bancarelle che a poco a poco smontavano le loro mercanzie per ritornare alla prossima Sagra. Era la fine dell'estate. Diedi la mano a mio nonno, e nell'altra avevo legato al polso un palloncino rosso.
